Struttura del dialogo
- Si tratta di una serie di discorsi sull’amore durante un banchetto.
- Oratori principali: Fedro, Pausania, Erissimaco, Aristofane, Agatone, Socrate (e il mito di Diotima).
Il racconto di Fedro
- E’ un intellettuale, amante della letteratura e introduce il primo discorso sull’amore.
- Sostiene che l’amore è la più antica delle divinità e la fonte delle più grandi virtù.
- Secondo Fedro, l’eros ispira il coraggio e il sacrificio, citando esempi mitologici come Achille e Patroclo.
- L’amore spinge le persone ad agire nobilmente per essere degne agli occhi dell’amato.
Il racconto di Pausania
- E’ un avvocato, amante del giovane Agatone
- Offre una distinzione tra due tipi di amore. Racconta che esistono due tipi di Eros:
- Eros Uranio (celeste): Associato all’intelletto, alla virtù e all’amore tra anime.
- Eros Pandemio (vulgare): Legato al piacere fisico e al desiderio terreno.
- Pausania sottolinea che l’amore dovrebbe mirare al miglioramento reciproco e non essere puramente fisico.
Il racconto di Erissimaco
Erissimaco è un medico e interpreta l’amore in termini di armonia e salute.
- L’amore è una forza universale che governa l’ordine naturale.
- Esiste un amore che promuove l’equilibrio e un amore che porta al caos.
- L’eros non si limita agli esseri umani ma permea tutte le cose, inclusa la medicina, la musica e la natura.
Il racconto di Aristofane
Aristofane, famoso commediografo, offre una spiegazione mitologica e fantasiosa dell’amore.
- L’amore nasce dal desiderio di ritrovare la nostra metà perduta.
- Secondo il suo mito, gli esseri umani erano originariamente esseri doppi: uomini-uomini, donne-donne e uomini-donne (androgini).
- Zeus li divise in due per punirli della loro superbia, condannandoli a cercare per sempre la metà perduta.
Il racconto di Agatone
Giovane poeta e padrone di casa del simposio. Racconta che l’amore è giovane, bello e virtuoso.
- Agatone elogia l’amore come una divinità gentile che ispira ogni virtù e bellezza.
- Il suo discorso è raffinato ma più superficiale rispetto agli altri, e Socrate lo critica per concentrarsi sugli attributi dell’amore piuttosto che sulla sua essenza
Il racconto di Socrate
Socrate, citando l’insegnamento di Diotima, offre la visione filosofica più profonda dell’amore.
- L’amore è un daimon, un mediatore tra mortali e immortali.
- L’eros non è né bello né buono in sé, ma desidera il bello e il buono.
- Attraverso il mito di Diotima, Socrate espone la scala dell’amore, che conduce dalla bellezza fisica alla contemplazione dell’idea del Bello assoluto.
Il mito di Diotima
- Amore come mediatore:
- Non è né dio né mortale, ma un daimon.
- È figlio di Penia (povertà) e Poros (ingegno).
- presenta quindi una natura contraddittoria e intermedia
- Eros non è un dio perfetto e autosufficiente come le altre divinità, poiché ha ereditato la mancanza e il bisogno dalla madre Penia.
- Non è nemmeno un mortale comune, grazie all’ingegnosità e alla capacità di elevarsi ricevute dal padre Poros.
Eros è un daimon, un intermediario tra il mondo umano e quello divino, in grado di connettere i due piani.
- Eros è sempre in tensione tra il possesso e la mancanza: l’amore è sempre desiderio di qualcosa che non si ha.
- Ma ha ereditato l’astuzia, quindi l’amore è ricerca creativa di ciò che manca per colmare il vuoto
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L’amore è quindi movimento continuo e non conosce quiete, poiché è sempre insoddisfatto e spinto verso un ideale superiore.
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Eros è amante del sapere (filosofo):
L’amore non è un essere sapiente, ma nemmeno completamente ignorante e incarna la tensione verso la verità e il Bello
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L’eredità di Poros spinge l’amore a elevare l’anima verso il divino, seguendo il percorso della “scala dell’amore” descritto da Diotima.
- La scala dell’amore:
- Amore per un corpo singolo.
- Amore per la bellezza in generale.
- Amore per le anime.
- Amore per le leggi e il sapere.
- Contemplazione dell’idea del Bello.